Titolo Graffito su pelike attribuita al pittore di Berlino, CEG 437a.
Trismegistos  
Autore e data Alessia Gonfloni, 27 agosto 2023
Editio princeps CAVI 3568. Maggiani, RdA 36 (2012) 23-35 (SEG 62.43)
Altre edizioni  
Bibliografia Per la pelike: Heydemann 1879, p. 92 n. 37; Milani 1980, tav. III, IV; Levi CVA 1938, p. 34.
Testo ἀπο[δίδω]μι φίλαν ἀγωγὰν ἅλιφιν [ἔ]μπαν
  Apparato
 

Metro

Trimetro trocaico acataletto di forma epitrita (stesicoreo) oppure ipponatteo (seguito da un dattilo + spondeo)

Traduzione Maggiani 2013: «Restituisco il mio fardello al mare completamente (una volta per tutte o simili)».
Scrittura

L’iscrizione è stata graffita nella zona di massima espansione del ventre del vaso, in un’area sottostante la metopa con uccisione di Skyron. Il graffito è stato coperto con lo strato di vernica nera che decora tutte le pelike. L’iscrizione consta di 27 lettere supersisti; secondo Maggiani in origine erano 31: una lacuna nella prima parte della sequenza, infatti, occupa lo spazio di circa 4 lettere. Il testo, in scriptio continua, è limitato a destra da una linea verticale che sembra delinearne la conclusione; a sinistra non ci sono altre lettere prima dell’alpha iniziale.

Il testo è disposto a poco più di un centimetro al di sotto della basa della metopa e si estende con andamento regolare, lungo tutta la metopa. Il testo procede da sinistra a destra.

Descrizione delle lettere: alpha con traversa obliqua orientata a sinistra o a destra; gamma lunato; iota verticale; lambda a uncino con asta inclinata a destra e apice in alto; pi lievemente inclinato a destra; phi con cerchio ampio e asta verticale che prosegue in alto e in basso.

Benché il vaso sia attribuito al Pittore di Berlino, la grafia del testo metrico non è attica. Questo dato lascia pensare che nella bottega presso la quale era attivo il Pittore operava uno straniero, forse proveniente dalle zone più interne del Peloponneso. Maggiani, dopo aver escluso una serie di possibilità, sostiene che l’alfabeto potrebbe essere quello dell’Elide, della Focide, della Locride o dell’Arcadia (sulla base di un ragionamento di Guarducci 1995, p. 119-200 e 297) la quale ha dimostrato collegamenti fra l’alfabedo eleo e quello arcade e tra quello della focide e della Locride Ozolia). Inoltre, l’assenza dell’aspirata nella parola ἅλιφιν, lascerebbe pensare al dialetto dorico dell’Elide. La presenza dei dorismi sarebbe spiegata dalla natura poetica del testo.

Lingua  
Supporto
  1.  Tipologia del supporto: pelike attica a figure rosse attribuita al pittore di Berlino
  2. Materiale: ceramica
  3. Dimensioni: h. 0.345 m.
  4. Stato di conservazione: il vaso si compone di diversi frammenti ricongiunti; persistono alcune lacune nella parte verniciata mentre le sezioni decorate sono complete.
  5. Luogo di ritrovamento: «proviene da un fondo di rottami della Collezione Campana acquistato dal chiarissimo Gamurrini per il museo di Firenze circa nel 1870», Milani 1890, col. 245.
  6. Luogo di conservazione: Firenze, Museo Archeologico Nazionale (Inv. no. 3985).

 

Cronologia  VI a.C. 
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