Titolo Epigramma funerario per Pyrrichos, CEG 741a.
Trismegistos 892129
Autore e data Alessia Gonfloni, 16-09-2021. DOI 10.5281
Editio princeps Clairmont 1991 (SEG 41.226).
Altre edizioni Ginestí Rosell 2012 (SEG 62.13).
Bibliografia Ginestí Rosell 2013.
Testo

ἐνθάδε τὴν ἱερὴν κεφαλὴν θεόμαντιν ἔχει γῆ |

Δήλου ἀπ’ ἠγάθεας θνητοῖς ἡγήτορα χρησμῶν. |

Πύρριχος.

 

Metro

Due esametri dattilici.

Traduzione

Qui la terra tiene, lontano dalla divina Delo, il sacro capo profetico, guida di oracoli per i mortali, Pyrrichos.

Altre traduzioni

Clairmont 1991, p. 48: Hier birgt die Erde das heilige Haupt, den Wahrsager (Pyrrichos), vom allerheiligsten Delos, der den Menschen (in der Auslegung) von Orakeln ein Führer war.

Ginestí Rosell 2012, p. 110: Aquí la terra, lluny de la molt divina Delos, reté la sagrada testa profètica, guia d’oracles per als mortals. Pírric.

Ginestí Rosell 2013, p. 308: La tierra retiene aquí, lejos de la muy divina Delos, la sagrada cabeza profética, guía de oráculos para los mortales. Pírrico.

Scrittura

Alfabeto: nessun elemento marcatore di alfabeto epicorio.

Il testo è impaginato su due linee e disposto seguendo la metrica: la prima linea corrisponde al primo esametro e la seconda linea corrisponde al secondo.

La prima linea consta di 36 lettere, piuttosto regolari, e la seconda di 35. Il nome del defunto compare sulla stele in basso a sinistra, all’esterno dello specchio epigrafico occupato dalla dedica metrica; esso è inciso con lettere più grandi e meno regolari rispetto a quelle dell’epigramma.

Lettere: epsilon: asta centrale più lunga in alcune lettere (vedi disegno, lettere nn. 1, 31 e 33 della l.1; più breve nelle altre); theta: la dimensione è inferiore rispetto a quella delle altre lettere in tutto il testo, tranne che nella n. 15 della l.2, ma in questa particolare sezione del testo la scrittura tende a diminuire e ad avvicinarsi alla l.1; ny:  la seconda asta verticale è più bassa nella lettera N n. 2, 9, 14, 21 della l.1 e n. 16, 35 della l.2; omicron: la dimensione di O n. 26, l.2, è molto più piccola di quella delle lettere contigue; pi: occhiello arrotondato; omega: in χρησμῶν, le barre orizzontali di omega iniziano a circa un terzo dell’asta verticale del M precedente.

Dalla XVIII lettera della l.2 il testo si avvicina alla l.1 e lo spazio di interlinea diminuisce anche se in modo quasi impercettibile. Dal medesimo punto si registra anche una minore accuratezza[1] nell’incisione delle lettere.

Andamento: ortogrado. Nel resto dell’epigrafe le lettere sono iscritte con particolare cura ma non sono sempre regolari, cfr. lettere nn. 19 e 20 della l.2, molto più ravvicinate delle altre.

[1] Cfr. anche Fig. 5, che riproduce l’incisione del nome del defunto.

 

 

 

Fig. a. Disegno delle lettere.

Lingua

Dialetto: epico; forme caratteristiche: ἱερήν, ionico; il dat. plur. -οις non è ionico, ma potrebbe trattarsi di -οισι con iota eliso prima di ἡγήτορα; ἠγα- = allungamento metrico del prefisso ἀγα-, cfr. Chantraine DELG, sub voce ἀγα-; -θέας non ionico.

Supporto
  1. Tipologia del supporto: stele funeraria.
  2. Materiale: marmo (probabilmente pentelico ).
  3. Dimensioni: h. 0.645 m.; l. 0.443 m.; sp. 0.099 m.
  4. Stato di conservazione: la stele è ben conservata esclusa la parte inferiore della base, tagliata trasversalmente. La superficie della pietra è molto sporca e attualmente di colore brunastro incrostato.
  5. Elementi descrittivi: la stele è coronata da un anthemion con palmette (fig. 1). Le foglie si aprono a ventaglio a partire dai due calici in basso e sono disposte in modo simmetrico a destra e a sinistra rispetto all’asse centrale. Le estremità delle foglie terminano al centro con un piccolo rosone. Le foglie di acanto delle palmette si estendono verso destra e sinistra in modo orizzontale e i tralici alla base terminano con due grandi rosoni. Tutto l’anthemion poggia su una barra orizzontale sporgente. Fra l’epigramma (in alto) e il nome (in basso) c’è uno spazio vuoto: sia Clairmont che Ginestí Rosell ipotizzano che fosse occupato da una rappresentazione pittorica del defunto (o dedicata ad esso?). Clairmont non esclude che per la decorazione uno scalpellino ionico si sia ispirato ad un anthemion attico.
  6. Luogo di ritrovamento: sconosciuto.
  7. Luogo di conservazione: Amburgo, presso una collezione privata .
Cronologia 370-350 a.C., Clairmont 1991.
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