Legenda

A. Riferimenti: ad una voce di IG; a voci di SEG; ad altri repertori; link ad IG / PHI (se presenti) o ad altri database online;
B. Contributi documentali (strettamente epigrafici o archeologici);
C. Contributi al testo (filologici, linguistici, metrici, storici);
D. Contributi presenti in voci di catalogo o in monografie; articoli con trattazioni di più voci di CEG.
OS. Open Sources: database o strumenti di indagine accademica online.

 

A SEG 42.1736; 48.2119; 51.51; 52.4; 58.30; 58.1888; 63.56; IG I 3 1162; PHI.
 
D Nicosia 1992, no. 33. Il volume presenta una rassegna di 90 iscrizioni datate fra il VII a.C. e il IV d.C. Si tratta di epigrammi funebri provenienti da varie località del mondo greco. Di queste iscrizioni l’autore fornisce anche il testo greco. Il corpus è pensato per scopi divulgativi, con il compito di sostenere la teoria della tomba iscritta quale garante di memoria del defunto. 
 
B Brodersen 1992 – 1999, HGIU 77.
 
D

Argentieri 1998, pp. 1-20; studia l’evoluzione del genere epigrammatico soprattutto in funzione del suo rapporto con la circolazione libraria, soffermandosi sugli epigrammi datati prima di Meleagro. L’articolo si concentra sulle questioni principali riguardanti le raccolte e le sillogi, fra le quali discute quelle relative a specifici autori. Fra i problemi principali discute il rischio di attribuzioni fantasiose, ovvero della possibilità che in tali sillogi compaiano epigrammi attribuiti arbitrariamente all’autore poiché raramente un poeta firmava l’iscrizione.

A tal proposito, a p. 3, cita il caso di Simonide, al quale erano attribuiti più di 80 epigrammi, alcuni dei quali tramandati anche dalla tradizione indiretta. Una parte degli studiosi (fra cui cita Preger, n. 13) ritiene che Simonide avesse pubblicato un libellus di epigrammi, presupponendo per il VI e il V secolo una circolazione libraria tipica in realtà dell’ellenismo. Page faceva risalire questa data al II secolo, ma Argentieri la riporta al IV, anche sulla base della testimonianza di CEG 177 che riprende l’incipit del simonideo FGE XLV. A proposito di CEG 6 a p. 3 n. 18 afferma che nell’epigramma sono riecheggiati i primi due versi del simonideo FGE XLVI, dedicati agli ateniesi caduti presso l’Eurimedonte.

 
B Osborne 2000, Athenian Empire [4] 67.
 
C Ebbott 2000, pp. 83-96. Ristampa parzialmente il testo della nostra iscrizione in uno studio dedicato ai nomi dei caduti ateniesi che compaiono nelle liste del V sec. a.C. 
 
B Matthaiou 2003, p. 198 n. 3. Lo studioso ricorda che il luogo di ritrovamento dell’iscrizione è rimasto sconosciuto fino al 1995 e che è stato stabilito per la prima volta da S. Alipheri sulla base di un’analisi condotta a partire dai dati rinvenuti nel catalogo delle antichità del XIX secolo della Società Archeologica Greca. All’atto della scoperta avvenuta nel XIX secolo, la strada portava il nome antico di Plataion St., poi mutato in Elaiotriveion St. Tale cambiamento deve aver causato difficoltà nell’identificazione del contesto archeologico della stele. 
 
C Bruss 2005, vedi CEG 1. CEG 6 = Bruss 2005, p. 96 n. 31.
 
D Tsagalis 2008, vedi CEG 1. CEG 6 = Tsagalis 2008, p. 255 n. 36.
 
C Ferrandini-Troisi, Cagnazzi 2013, pp. 45-57 (ph.).