Legenda
A. Riferimenti: ad una voce di IG; a voci di SEG; ad altri repertori; link ad IG / PHI (se presenti) o ad altri database online;
B. Contributi documentali (strettamente epigrafici o archeologici);
C. Contributi al testo (filologici, linguistici, metrici, storici);
D. Contributi presenti in voci di catalogo o in monografie; articoli con trattazioni di più voci di CEG.
OS. Open Sources: database o strumenti di indagine accademica online.
A | SEG 39.1779; 40.1650; 42.63; 44.1696; 58.30; 58.1888; IG I3 1251; PHI. |
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C | Ecker 1990; vedi CEG 2. |
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C | Viviers 1992, pp. 131; discute l’uso di ἐργάσατο in questa iscrizione e lo paragona a quello di IG I³ 627. |
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C |
Guccione 1994, pp. 145-156; vedi anche CEG 24. L’epigramma di CEG 18 è citato da Guccione nell’ambito di un confronto con CEG 146 e 51, in relazione al concetto di “vedere” connesso alla tipologia del sepolcro. A tal proposito Ecker 1990 p. 152 scriveva che la vista della tomba solo in un secondo momento era in grado di procurare nell’osservatore esterno il duplice sentimento di rimpianto per il defunto e di consolazione. Secondo Guccione, invece, tale interpretazione non è confermata né confermabile dall’analisi degli epitafi, fra cui cita CEG 18, dove l’espressione “bello a vedersi” citata nell’iscrizione e riferita al monumento è da intendersi come duplicemente intesa sia per il dedicante che per chiunque altro osservi lo stesso, senza che vi sia necessità di presupporre uno scarto temporale. Sulla base dello stesso ragionamento si ricordi che molti altri monumenti sono stati innalzati per essere visti: dai passanti (CEG 518, 521, 715), più genericamente dai mortali (CEG 399) o da tutti (CEG 624, 821, 553, 533, 771) |
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C | Bruss 2005; vedi CEG 1. CEG 18 = Bruss 2005, p. 30 n. 57. |
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D |
Day 1989, pp. 16-28; vedi CEG 13. Traduzione a p. 20: <<[… a parent] set up, for his/her dear child, me (the marker) beautiful to behold. And Phaidimos fashioned (me)>>. |
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D | Tsagalis 2008; vedi CEG 1. CEG 18 = Tsagalis 2008, p. 321. |