Titolo Dedica ad Elena, CEG 371a.
Trismegistos il riferimento a TM 803324 è relativo solo alla seconda delle due iscrizioni pubblicate nell’ed. pr. (IG V 1.124) e non al testo di CEG 371a.
Autore e data Alessia Gonfloni, 30 novembre 2025.
Editio princeps H. W. Catling, H. Cavanagh, «Kadmos» 15 (1976) 145-152 (ph., dr.). (SEG 26.457).
Altre edizioni M. A. Castro, «Emerita» 54 (1986) 297-298 (SEG 36.356).
Bibliografia ArchReports (1975/76) 14; (1976/77) 36 (ph.); BCH 100 (1976) 614 (ph.).(SEG 26.457); 
Testo
Δ̣εῖνι[ςSEGIMA26-457-1 τάδ ἀνέθεκε SEGIMA26-457-1Χα- 
ρι̣ [·ͻ ϝ̣ε̣λ̣έν̣α̣ι̣ 
Μενελά ϝọ SEGIMA26-457-1 
  Apparato

  1. χάρι̣[ν] o Χαρί̣[α] ed. pr.
  2. [ϝε]λέ[ναι], Castro (id est Ἑλένᾳ)
  Metro

La natura metrica del testo è stata avanzata da P. Guijarro Ruano 2018, p. 125 (SEG 68.150), per altre considerazioni cfr. commento.

Traduzione Deinis ha dedicato questo dono di gratitudine a Elena, [moglie] di Menelao
Scrittura Il testo è bustrofedico e spiraliforme. La scrittura è arcaica, come si denota dalla resa di delta e dai prolungamenti delle aste lunghe di epsilon e kappa.
Lingua Dorico
Supporto
  1. Tipologia del supporto: aryballos.
  2. Materiale: bronzo
  3. Dimensioni: H. 0.075 m.; L. d. 0.04m.; D. 0.35 m.; D. (infra) 0.008 m.; D. (base) 0.011 m.
  4. Stato di conservazione: discreto. L’aryballos è completo e intatto. Secondo l’ed. pr. la superficie è segnata da una patinatura incrostata e l’ossidazione è responsabile di alcuni minuscoli fori nel corpo del vaso. Il manico è realizzato con un corpo unico, con la tecnica a cera persa ed era fissato (presumibilmente mediante brasatura) al bordo dell’orlo e alla spalla. L’orlo presenta un leggero “labbro” verticale.
  5. Luogo di ritrovamento: Therapne, Menelaion, 1975.
  6. Luogo di conservazione: Menelaion, M. 100.
Cronologia 675-650 a.C.
Commento La natura metrica del testo è stata indagata per la prima volta da P. Guijarro Ruano 2018, p. 125. Il testo è noto dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso ma non compare nel catalogo di Hansen. Guijarro Ruano ritiene che l’espressione Fελένα Μενελάϝō, sia da intendere come parte conclusiva dell’esametro.
Inoltre ritiene che l’iscrizione potrebbe essere considerata metrica in ragione di alcuni criteri linguistici fra cui cita l’assenza dell’articolo (a tal proposito cita  τᾶι Fελέναι̣, che compare in un’altra iscrizione in prosa del santuario della stessa epoca (SEG 26. 458), la forma non contratta Mενελάϝọ̄ (altrove in laconico genitivo singolare Mενέλᾱ) e il nome Fελένα. Aggiunge inoltre che dal punto di vista poetico, è frequente trovare il genitivo Mενελάου a chiusura dell’esametro dattilico (cfr. Il. 3, 430; ibid. 457; 4, 13) e utilizzare varianti non contratte, che «qui devaient être senties à juste titre comme plus archaïques». Infine ricorda che la presenza di ϝ- permette un allungamento della sillaba finale della parola precedente, necessario per la corretta scansione del verso. A proposito dell’uso di digamma nel nome proprio di Elena, cfr. O. Skutsch, JHS 107 (1987) 188-193 (SEG 37.326).
Immagini

Fig. 1-2. Le immagini sono disponibili online, tramite il portale Semantic scholar (consultato il 30-11-2025).

Fig. 3-4. Immagini pubblicate nell’ed. pr., PL. I e II, Kadmos XV.