| Titolo |
Iscrizione metrica su phitos, CEG 115b. |
| Trismegistos |
Non ancora inserito nel database TM |
| Autore e data |
Alessia Gonfloni, 2/7/2024. |
| Editio princeps |
Doulgeri-Intzesiloglou, Θεσσαλικὲς ἐπιγραφές 22/23 no. ΠΕ 1 (SEG 67.302; BE 2015, no. 385). |
| Altre edizioni |
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| Bibliografia |
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| Testo |
[- – – Μανι?]χ̣αέο νὶν θάνε μοι ΠΡΟ↑ΙΒ[- – -] |
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Apparato |
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Metro
Esametro dattilico (?) |
| Traduzione |
[ figlio di? Mani]cheos, morì … a me … |
| Scrittura |
L’iscrizione è stata incisa prima della cottura del vaso. Corre nella parte inferiore del lato esterno del labbro, da sinistra a destra, su un’unica linea di scrittura.
La forma della prima lettera conservata a sinistra non è chiara. Probabilmente si tratta di una X rovesciata come nel caso di IG IV 800. La terza lettera da destra ha la forma di una freccia verticale (↑). Potrebbe trattarsi di una forma di sampi, ma non è chiaro se qui sia utilizzata per annotare il numero novecento o abbia piuttosto un valore fonetico come SS o KS. Un simbolo simile è anche usato come numero per rappresentare il numero ‘dieci’ in un’iscrizione del IV secolo a.C. proveniente dall’Argolide (IG IV 742). Secondo l’ed. pr., p. 23, potrebbe trattarsi di nuovo di una forma rovesciata della lettera X.
Lettere: alpha con gobba; beta con occhielli rigidi; epsilon con tratto sporgente in alto e in basso; ny a bandiera; omicron di dimensioni inferiori; rho con occhiello rigido.
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| Lingua |
Dialetto della beozia. La terminazione -χαέο potrebbe essere di un nome proprio, cfr. -χαίου, comune nelle prime iscrizioni della Beozia. La forma νὶν è l’accusativo della terza persona del pronome personale enclitico, di derivazione dorica; è attestato spesso nella poesia, per tutti i generi: con valore di αυτόν Eur. Or. 1655, ecc.; con valore di ἀυτήν Alcm. 1.44; Eur. Or. 1633, ecc; con valore di αυτό, Pindaro, P. 4.242; Aeschl. Ch. 542, ecc.; anche al plurale. |
| Supporto |
- Tipologia del supporto: phitos
- Materiale: terracotta
- Dimensioni: Dimensioni: L: 0,22 m; H: 0,12 m, SP: 0,025 m; L. labbro: 0,05 m; H. labbro: 0,075 m.
- Stato di conservazione: discreto.
- Luogo di ritrovamento: Ritrovamento casuale nel terreno della chiesa del villaggio di Ermitsi, nella prefettura di Karditsa. Dall’ed. pr. apprendiamo che il frammento è stato consegnato da Efthymios Argyropoulos il 22 luglio 1986 alla medesima prefettura citata.
- Luogo di conservazione: non noto.
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| Cronologia |
VII a. C. |
| Commento |
L’ed. pr., a p. 23, dopo aver affermato che il testo, a causa delle numerose lacune, lascia aperte diverse possibilità di interpretazione, sostiene, senza specificare oltre, che potrebbe essere stato commissionato per un defunto: «Προφανώς γίνεται ναφορά σε κάποιον που πέθανε». L’appartenenza alla categoria degli epigrammi funerari è forse ipotizzata per la presenza della forma Θάνε, forma del verbo θνήσκω senza l’aumento. |
| Immagini |
Fig. 1. Frammento di pithos. Immagine tratta da Doulgeri-Intzesiloglou, Θεσσαλικὲς ἐπιγραφές 22/23 no. ΠΕ 1, π. 11.
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