Titolo Dimetro in alfabeto rodio su aryballos corinzio, CEG 459a.
Trismegistos 874434
Autore e data Alessia Gonfloni, 02-10-2021. DOI 10.5281.
Editio princeps Jacopi 1932/33, I, 90 no. 5.
Altre edizioni Hiller von Gaertringen 1934, p. 194; LSAG² 356 no. 9 (SEG 26.866); Wachter 1998 pp. 90-93 (SEG 48.1051); Dubois 2000, pp. 129-135 (SEG 50.736).
Bibliografia  Tit.Cam. 177; Arena 1969; Guarducci 1970; Mingazzini 1971.
Testo Jacopi: ψήχῃ ὅϙου νᾶμα ἴψεται.
 

Apparato

Hiller von Gaertringen: ψεχε ὅϙου νᾶμα ψεται; Tit. Cam. 177: ψε̄́χε̄ι ὅϟου {ὅκου} νᾶμα ἴψεται(?); LSAG² 356 no. 9 χεζει οϙου ναμα ιχεται; Arena: χε͂ιτε ōϙ’ οὖ νᾶμα ἴχεται; Guarducci: χε͂τε ōϙοὖ νᾶμα {ἴ}χεται; Mingazzini: χε͂ι τῇ ōκοὖ νᾶμα χεται;  Wachter: χε͂ τεῖ, ὄϙου νᾶμα ἴχεται; SEG 48.1051: χε̑ τεῖ, ὄϟου {ὄκου} νᾶμα ἴχεται; Dubois: χε͂ τείō ϙ’ οὖν ἁμὰἴχεται; SEG 50.736: χε̑ τείο̄ ϟ’ οὖν ἁμὰ ἴχεται.

 

Metro

Dimetro giambico.

Traduzione Jacopi: «Ungiti là dove il flusso è compresso».
Altre traduzioni

Hiller von Gaertringen: «Streiche, wo Flüssigkeit abgewischt wird».

Guarducci: «Per mancanza di sostegno, il liquido si versa».

Arena: «Versate quando il flusso dell’acqua non scorre».

Mingazzini: «Versa (il contenuto del vaso) in quel punto dove fuoriesce il liquido».

Wachter: «Wo die Fröhligkeit gemühen wird».

SEG 48.1051: «Pour water there, where the river is desirable».

Dubois: «Verse quel que soit le parfum dont ma chérie pourrait avoir envie».

Scrittura

Alfabeto: alfabeto rodio[1], rosso.

Lettere: una sola linea di scrittura con 19 lettere di altezza piuttosto regolare, cfr. fig. 11; alpha con traversa obliqua; epsilon con aste oblique; simbolo del koppa = k; chi a tridente. Il tratto di my, che dalle fotografie appare allungato, era in realtà regolare. L’asta verticale sinistra è interessata da un solco che ripercorre il tratto allungandolo oltre lo specchio epigrafico originale, cfr. fig. 1.

 

 

 

Fig. 1. Allungamento dell’asta di my. Particolare ingrandito.

Anche la forma di ny è in realtà regolare. L’asta verticale sinistra è interessata da un solco che ripercorre il tratto allungandolo oltre lo specchio epigrafico originale. L’erosione prosegue in senso opposto con una diagonale che si spinge fino alla lettera precedente, cfr. fig. 2. Un fenomeno simile è registrato per la lettera my. In giallo segnalo il punto dove presumibilmente terminava l’incisione.

 

 

 

Fig. 2. Danno che segue la linea dell’asta verticale nella lettera ny. Particolare ingrandito. In giallo si segnala la parte finale presumibile del segno.

Andamento: ortogrado

Particolarità paleografiche (linee o punteggiatura): Hiller von Gaertringen considerava il quinto segno, un’asta verticale, come una linea divisoria.


[1] Secondo Jacopi è Corinzio, ma la Jeffery lo inserisce fra le scritture della Doric Hexapolis. Il segno per iota e per epsilon, nonché il simbolo Ψ per Χ, escludono la possibilità di intendere l’alfabeto come corinzio.

Lingua  Dialetto: dorico.
Supporto
  1. Tipologia del supporto: aryballos.
  2. Materiale: ceramica.
  3. Dimensioni: h. 0,10 m.
  4. Stato di conservazione: discreto stato di conservazione.
  5. Elementi descrittivi: aryballos plastico in stile medio corinzio con iscrizione in alfabeto rodio[1]. Secondo alcuni il soggetto rappresenterebbe un Sileno[2], secondo altri un komasta[3]. La figura maschile è rappresentata seduta, con le braccia al petto, barba e capelli folti e lunghi. I piedi avevano forse la funzione di sostenere il vaso altrimenti incerto nell’equilibrio. Tutta la superficie è decorata: nella zona anteriore è stato realizzato un riempitivo a pallini, con linee di contorno che delimitano i volumi; sulla spalla sinistra si trova un motivo circolare (una ruota) inquadrato da un radiante di 8 raggi intervallati da gocce, più in basso ancora una croce con puntini; sulla sezione a destra vi sono motivi animali e vegetali; nella zona posteriore si trovano l’iscrizione nella sezione alta, ancora motivi geometrici, animali stilizzati (un uccello e un cavallo) e un riempitivo a puntini nelle aree di intersezione dei volumi, cfr. figg. 7-10.
  6. Luogo di ritrovamento: Kamiros (tomba no. XXVII di Paptislures) – Rodi.
  7. Luogo di conservazione: Rodi, Museo Archeologico, Inv. No. 13809.

[1] Per Jacopi sia il vaso che l’alfabeto sono corinzi.

[2] Segre-Pugliese Caratelli, Tit. Cam. p. 271;

[3] Jeffery, LSAG2 p. 349.

Cronologia

Prima metà del VI, Jacopy. Jeffery datava al 550 per la paleografia, tuttavia la studiosa riteneva lecito anticipare la datazione nel venticinquennio compreso fra il 600 e il 575, data la possibile appartenenza dell’aryballos alla ceramica corinzia. Per altre questioni vedi commento.

Commento Aryballos – commento
Immagini Aryballos – fotografie