Titolo Epigramma dedicatorio di Hippias a Zeus Soates, CEG 790a.
Trismegistos 897549
Autore e data Alessia Gonfloni, 11-12-2021.
Editio princeps Ducrey 1999, pp. 7-20; (SEG 49.543).
Altre edizioni Ducrey-Calame, 2006, pp. 63-81 (SEG 56.551).
Bibliografia Knoepfler 2009 no. 259.
Testo

[Π]ατρὶς ἀριστεύουσ᾿ ἀλκῆι δορὸς Ἑλλά[δος ἄλλης] |

[ε]ἴλετο τόνδ᾿ αὑτῆς ἡγεμόν᾿ ἐμ πολέ̣[μωι]|

[ὅ]ς ποτε κινδύνοις πλείστοις Ἄρεως ἐ[ν ἀγῶσιν]|

[τ]ὰς ἀφόβους Θήβας μείσζονας ηὐκλέ̣[ισεν]·|

Ἱππίας Ἐροτιώ̣ν̣ιος : Διὶ Σαώτη : ἀνέθη[κε]·|
Λύσιππος Σικυώ̣νιος ἐπόησε.

 

Apparato

1. Ἑλλά[δος ἄλλης] Chamoux (apud edd. pr.), Ducrey-Calame (2009); Ἑλλά[δος οὔλης] Chamoux (apud edd.pr.); Ἑλλά[δι πάσηι] o Ἑλλά[δα πᾶσαν] cfr. CEG 635, edd. pr., SEG 56.551; 2. vel αὐτῆς, [se si riferisce a Ἑλλά[δος (l. 1)]; 3. Ἄρεως ἐ[πάγοντος] Chamoux (apud edd.pr.), Knoepfler (2009).

 

Metro

Due distici elegiaci + esametro con formula di dedica + firma artista.

Traduzione

La patria, che primeggia per la forza della lancia sul resto della Grecia, scelse questo suo comandante in guerra, il quale con moltissimi combattimenti negli agoni di Ares glorificò l’intrepida grandissima Tebe. Hippias figlio di Erotion dedicò (questa statua) a Zeus Saotes. Lysippos di Sicione (la) realizzò.

Altre traduzioni

Ducrey – Calame, p. 64: «La patrie, qui par la pointe de la lance excele dans le reste de la Grèce, a choisi cet homme comme son chef dans la guerre, lui qui naguère au milieu d’innombrables combats dans les épreuves d’Arès a fait grandir la gloire de Thèbes, l’intrépide. | Hippias fils d’Érotion a dédié (cette statue) à Zeus Sauveur. | Lysippe de Sicyone a créé (l’œvre)».

Scrittura

Alfabeto: nessun elemento di alfabeto epicorio da registrare. Il testo non è stato iscritto al centro del blocco. Le prime quattro linee dell’epigramma sono allineate al bordo sinistro della faccia principale. Le linee 5 e 6 sono leggermente inclinate verso destra. La scanalatura che corre lungo la metà inferiore della sezione iscritta comincia più in basso della l. 4 e segue tutta la lunghezza della parte anteriore della sezione a sinistra. È costituita da una banda appiattita, attualmente molto danneggiata, larga dai 2 ai 3 cm. Il blocco era originalmente più lungo e profondo della sezione oggi conservata e l’iscrizione era presumibilmente decentrata.

Lettere: theta con puntino centrale; rho occhiello curvo; sigma a quattro tratti; phi con tratto discendente lungo.

Andamento: ortogrado, irregolare e non stoichedico. H. media lettere: 0.02 m.

Particolarità paleografiche: sei linee di scrittura. La l. 5 presenta due punti verticali utilizzati presumibilmente per diverse ragioni: 1) separano e isolano esteticamente le tre componenti della formula di dedica (nome del dedicante + nome della divinità + verbo di dedica); 2) segnalano le due cesure dell’esametro.

Lingua  Dialetto: epico.
Supporto
  1. Tipologia del supporto: base di statua.
  2. Materiale: calcare grigio.
  3. Dimensioni: h. 0.325 m., l. 0.51 m., sp. 0.435 m.
  4. Stato di conservazione: si conserva la porzione principale di testo con lacune negli incipit e nelle parti finali delle prime quattro linee. Anche la parte finale della l. 5 è mancante.
  5. Elementi descrittivi: La base è rotta a destra e nella parte posteriore. La sezione superiore presenta l’impronta parziale di un piede e un buco circolare di diametro 0.025 m. (fig. 2). La metà inferiore della faccia iscritta e la parte destra della faccia sinistra presentano una scanalatura larga 0.03 m e profonda 0.04 m. L’angolo sinistro superiore della pietra è danneggiato. La sezione laterale sinistra è livellata grossolanamente. Secondo Ducrey, l’iconografia della statua che originariamente era posizionata sulla base, può essere desunta dall’impronta del piede ancora visibile: essa lascia intendere una torsione verso destra, con piede sinistro rientrato e orientato a sinistra. Il tallone era presumibilmente sollevato e il piede toccava la base solo con la parte anteriore. Il foro circolare serviva forse per sorreggere la lancia. Questa posizione corrisponde a quella che è stata definita da Paolo Moreno[1]«pondération lysippéenne».
  6. Luogo di ritrovamento: Tebe, Beozia.
  7. Luogo di conservazione: Museo archeologico di Tebe, Inv. No. 21393.

 

[1] Moreno 1983-1984, p. 19, ma anche Arnold 1969.

Cronologia 372-364 a.C. La cronologia è fornita sulla base dell’attività dell’artista Lysippos menzionato nella firma (l. 6).
Commento  
Immagini

 

 

 

 

Fig. 1. Disegno di Ducrey e Calame da «BCH» 2006.

 

 

 

 

 

Fig. 2. Blocco di pietra visione superiore con impronta del piede e foro circolare. Fotografia da «BCH» 2006.