Titolo Dedica nel santuario di Atena a Saturo, CEG 834a.
Trismegistos 898634
Autore e data Alessia Gonfloni, 11/02/2024
Editio princeps Aversa 1997, 326-329 (SEG 50.1069).
Altre edizioni Vallarino 2016, 448-449.
Bibliografia IGPuglia 122; Cassio 2002, 435-466 (SEG 52.962); Vallarino 2016, 448-449 (SEG 66.1125).
Testo Νικασίων εθακη πὸτ τῶι Ἀθαναίωι ἐπί [- – -].
  Apparato
  Metro

Scazonte (?) con spondeo in quarta sede e anapesto «strappato» in V sede (vedi Vallarino 2016, p. 449 n. 25 e SEG 66.1125).

Traduzione Nikasion pose accanto all’Athenaion, per (sopra?)…
Scrittura L’iscrizione è ortograda e si dispone su tre righe in modo irregolare. L’altezza delle lettere varia tra i 4 e i 9 cm in maniera progressiva, ovvero si riduce nella parte terminale dell’iscrizione. L’incisione è profonda e le lettere presentano caratteri spigolosi e irregolari; secondo l’ed. pr., tali caratteristiche sono da ascrivere alla durezza della pietra e/o alle scarse attitudini scrittorie del lapicida. È presente omega con il valore di /o/ lungo chiuso e di H con il valore di eta.
Alfabeto: alpha con traversa orizzontale; epsilon con tratto interno breve; theta quadrato (nella prima linea presenta anche un’appendice inferiore non chiaramente interpretabile); ny obliquo; omicron quadrato; sigma con tratti superiore e inferiore divergenti; omega quadrato.
Lingua

Dialetto dorico di taranto (πότι e Ἀθαναίῳ). Aversa 1997, p. 328 (seguito da IGPuglia 122) intende ἐθάκη come forma iperdorica di ἔθηκε; di diverso avviso è Vallarino 2016, p. 448 e 449 n. 26, che intende il verbo come derivato da θακέω o da *ἐπιθακέω, con ἐπί (r. 3) in anastrofe. In realtà, l’ed. pr. aveva già confutato l’ipotesi di derivazione da θακέω: la natura dorica del testo, infatti, portò gli studiosi a ritenere implausibile la presenza di un verbo derivante da θακέω (attestato solo in attico e la cui forma dorica nota è θωκέω). Secondo Vallarino 2016, p. 448 n. 23, invece, la forma appare plausibile in tarantino (cfr. etiam Cassio 2002) a causa della tendenza di tale dialetto a conservare [w] intervocalico tanto a lungo da generale assimilazione regressiva di [a]: *ἐθοϜάκεε > *εθαϜάκη >*ἐθάκη.

Supporto
  1. Tipologia del supporto: blocco rettangolare.
  2. Materiale: carparo1.
  3. Dimensioni: H. 0.41 m.; L. 0.96 m.; P. 0.63 m.
  4. Stato di conservazione: il blocco si presenta danneggiato nella parte sinistra della faccia recante l’iscrizione e nella faccia laterale destra. È visibile un taglio profondo sempre sul lato sinistro, forse causato da un tentativo di furto del blocco.
  5. Luogo di ritrovamento: pendici della collina di Saturo (1990).
  6. Luogo di conservazione: Museo Nazionale Archeologico di Taranto.

1. Il carparo è una pietra calcarenitica, derivante dalla cementazione di sedimenti di roccia calcarea, generalmente in ambiente marino.

Cronologia IV-III a.C.
Commento  
Immagini

Immagine del rilievo tratta da Aversa 1997, p. 327, fig. 9.