Titolo | Epigramma funerario per Philyta(s?), CEG 126d. |
Trismegistos | Non ancora inserito nel database TM |
Autore e data | Alessia Gonfloni, 2/07/2024. |
Editio princeps | Doulgeri-Intzesiloglou, Θεσσαλικὲς ἐπιγραφές 210/211 no. ΓΟ2 (SEG 67.290; BE 2015, no. 419). |
Altre edizioni | – |
Bibliografia | – |
Testo | Ἐμὶ δ᾽ ἐγὸ πέτρα : Φιλύτας : το̄ῖδε |ἐπὶ τύνβο̄ι· : Νικαῖος : δ᾽ ἀνέθεκέ [με] | καὶ ἀδελφεαί : πόλλ᾽ ὀλοφυ[ρ]όμε[νοι] |
Apparato
3. ὀλοφυ[ρ]όμε[νοι] ed. pr; ὀλοφυρόμενο[ι] BE. |
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Metro
1/2 Distico elegiaco |
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Traduzione | Io sono la pietra di Philitas; dopo aver sofferto moltissimo, (mi) posero in questa tomba Nikaios e le sorelle. |
Scrittura | Informazioni desunte dall’ed. pr. (per mancanza di supporto fotografico): L’iscrizione è piuttosto consumata e in alcuni punti difficilmente leggibile, incisa con cura, con direzione da sinistra a destra e senza un allineamento strettamente regolare. Il testo è disposto su tre righe ma non si rispetta la scansione metrica. In più punti è presente la punteggiatura che incornicia i nomi propri e la formula di dedica. Altezza delle lettere: 0,015 m – 0,02 m. Interlinea: 0,003 m – 0,01 m. |
Lingua | Notazione di ει con E in εἶμι (l. 1). |
Supporto |
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Cronologia | V sec. a. C. |
Commento | Il monumento è stato eretto da Nikaios e dalle sue sorelle per Philyta(s). L’ed. pr. intende il nome Philyta come femminile e dunque come genitivo singolare di un tema in alpha da collegare a πέτρα, come suo complemento di specificazione. Tuttavia la presenza dei segni di interpunzione prima e dopo il nome proprio, rientrano nell’uso epigrafico consueto di tipo funerario; essi sono utilizzati per isolare graficamente la presenza del nome del defunto sulla stele e all’interno dell’epigramma. Nella stele, infatti, vengono impiegati anche per isolare il nome dei dedicanti. L’epigramma, inoltre, è in prima persona e presenta le caratteristiche stilistiche del dialogo fra il defunto, il passante e la stele stessa (vedi Day 1989, Rossi 1989 e Cassio 2000 e 2001). In questo senso, il defunto commemorato, Philytas, si identifica con la pietra e nella pietra stessa che segnala la sua tomba. Interessante notare la presenza, nello stesso esametro, dei termini πέτρα e τύμβος (con la resa grafica dell’occlusiva nasale dentale in luogo dell’occlusiva nasale bilabiale per un fatto fonetico). Il primo termine indica etimologicamente la tipologia di materiale, “la rupe, lo scoglio, il macigno, la pietra”; il secondo, invece, indica propriamente la “pietra tombale, il monumento sepolcrale”. πέτρα è infatti il materiale che segna la presenza del defunto ai vivi; è il signum materiale; τύμβος è invece il luogo fisico dove il defunto è collocato nella sepoltura. L’espressione πόλλ᾽ ὀλοφυ[ρ]όμε[νοι] è omerica (Il. 24.328; Od. 13.221). |
Immagini | Non disponibili.
Nel lemma di SEG 67.290 si fornisce indicazione circa una presunta immagine dell’epigramma nel volume di Doulgeri-Intzesiloglou, Θεσσαλικὲς ἐπιγραφές; tuttavia a p. 211 della relativa trattazione, l’ed. pr. dichiara che allo stato delle sue conoscenze il testo risulta ancora inedito e pertanto privo di repertorio fotografico. |