Titolo Stele funeraria per Hadea.
Trismegistos 127281
Autore e data Alessia Gonfloni, 9 agosto 2023.
Editio princeps Petsas P. M., Μακεδονικά VII 1966/7, 321 n. 165 (SEG 24.503)
Altre edizioni I. Beroia 391; Palagia 2009, pp. 195-214 (SEG 59.655).
Bibliografia M. B. Hatzopoulos, BE 1999 no. 341; Heckel 2013, pp. 51-60 (SEG 66.519); Allamani-Souri 2014, 94-96, 309 no. 3.
Testo
Ἁδέα Κασσάνδρου
 
 
Ἑρμῆι Χθονίωι
 
 
γνῶθι τὸν Ἁδείας ὑπ’ ἐμοὶ τάφον ἣν ἔτ’ ἄωρον
παρθένον ἐγ νούσου δεινὸς ἔμαρψε Ἀΐδης
ματρὶ δὲ κῆδος ἀεὶ μέγα Κυννάναι ἅ μιν ἔτικτε
καὶ μέγα Κασσάνδρωι πατρὶ λιποῦσα ἔθανεν.
 
 

Metro

Esametri dattilici

Traduzione

Hadea, figlia di Kassandros

Ad Ermes Ctonio

Sappi che sotto di me c’è la tomba di Adeia. Il funesto Ade la catturò, dopo una malattia, quando era ancora vergine, non pronta per il matrimonio. Morì, lasciando in grande ed eterno lutto sua madre Kynnana, che l’aveva partorita, e suo padre Cassandro.

Scrittura

La scrittura è compatibile con un testo di III sec. a.C.

Sono presenti apicature a coda di rondine ai margini delle lettere che tendono ad avere una fisionomia più tondeggiante. Le traverse di delta presentano un profilo più sinuoso. In alto, nel titolo, le dimensioni di omicron sono di 1/3 rispetto a quelle attestate nel resto del dettato. Le aste di ypsilon spingono verso i lati con un’apertura notevole.

Lingua  
Supporto

Tipologia del supporto: stele funeraria

Materiale: marmo

Luogo di ritrovamento: Cimitero di età ellenistica di Beroia (Macedonia).

Cronologia

 III a.C.

Palagia 2009, sulla base di non condivisibili indicazioni stilistiche data la stele al IV sec. a.C.

Commento

A p. 199, Palagia 2009 sostiene: «it is not advisable to attempt a close dating on the basis of letter-forms» e sulla base di alcuni ragionamenti iconografici e storici (di cui vedi anche più avanti), propone di datare la stele al tardo IV a.C. In realtà, anche dalle fotografie disponibili nell’articolo della studiosa alle pp. 196-197, sono inequivocabili alcuni elementi paleografici che non consentono di ridatare la stele al IV sec. a.C. (vedi Scrittura). Inoltre la studiosa propone un confronto con alcune stele funerarie prodotte a Pella nel tardo IV sec., in stile attico, benché, come ammette, il monumento di nostro interesse non sembri essere realizzato in stile attico. Palagia ricorda l’esistenza di alcuni paralleli per Ermes, nei rilievi votivi ateniesi, databili a partire dalla seconda metà del IV e sostiene che le forme e le proporzioni della figura di Adea siano classiche. Tutti questi elementi, a mio avviso, non sembrano dirimenti per poter suggerire una datazione diversa da quella proposta dall’ed. pr.

Inoltre, in calce al lemma di SEG 59.655, lo stesso Chaniotis critica gli assunti proposti dalla studiosa. Palagia, infatti, sostiene che (1) Hadea possa essere identificata come personificazione della Macedonia e non come una donna realmente defunta e sepolta. Identifica (2) Kynnana (al v. 3) con una figlia altrimenti non attestata di Aminta IV e Kynnana, sorella di Alessandro, data in sposa a Kassandros intorno al 319 a.C. Infine specula (3) sul ruolo di iniziati dei genitori della fanciulla, ritenendo che benché la fanciulla fosse troppo giovane per l’iniziazione, i suoi genitori, in quanto iniziati, potevano fornirle un passaporto per gli Inferi, tenuto da lei come talismano.

In realtà (1) non ci sono personificazioni di regioni nei rilievi funerari; anche se tali personificazioni esistessero, sarebbe molto strano trovare una personificazione della Macedonia (una regione?, un regno?) sul sepolcro di una bambina, anche se il padre doveva diventare re dei Macedoni. Inoltre il monumento è chiaro: l’iscrizione in alto, con caratteri più grandi, come è consueto nei nomi propri dei defunti nei sepolcri funerari, è da intendere come nome del commemorato, «cuore» del monumento. Ad Hadea, figlia di Kassandros è dedicata l’intera stele. Da questo punto di vista, infatti, sarebbe assurdo sostenere l’idea che la defunta Hadea non sia la donna per la quale è stato inciso il nome Ἁδέα e verso la quale è diretto lo sguardo dello spettatore. Infine, anche la raffigurazione accompagna, come di consueto, l’epigrafia: accanto al nome della defunta sono rappresentati attributi femminili (specchio, cappello, ventaglio, portagioie). Inoltre (2), come nota Chaniotis, né la giovane Kynnana né un matrimonio tra lei e Kassandros sono attestati in alcuna fonte.
Infine (3), non ci sono prove che un bambino possa essere accettato nel luogo degli inferi riservato agli iniziati senza aver ottenuto l’iniziazione personale e basandosi invece sull’iniziazione dei suoi genitori.

L’articolo di Heckel del 2013 fornisce alcune precisazioni sul dato storico e sulle osservazioni di Palagia. Lo studioso conclude che: «It is more likely that the parents of the deceased girl were members of the Beroean elite and that the mother was in all probability Kynnana, the daughter of Epigenes (Tataki 1988 no. 781). The family appears to have belonged to the first half of the third century BC».

Immagini