Titolo Epigramma funerario per Mnasitheos, CEG 110a.
Trismegistos 897530
Autore e data Alessia Gonfloni, 19-10-2021.
Editio princeps Andreiomenou 1999 (SEG 49.505).
Altre edizioni Andreiomenou 2006 (SEG 56.508).
Bibliografia Andreiomenou 1993, pp. 58-59 (SEG 43.203); Cassio 2007 (SEG 59.466); Aravantinos 2009 (SEG 56.522), Dettori 2009 (SEG 60.499), Dettori 2017.
Testo

A. Μνασιθείο∶ μνε͂μ’ εἰ|μ̣ὶ ἐπ’ ὀδο͂ι ∶ καλόν|· ἀλὰ μ’ ἔθεκεν ∶

    Πύρι|χος ∶ ἀρχαίες ∶ ἀντὶ |φιλεμοσύνες.

B. Φιλο͂ργος ⋮ ἐποίεσ|εν.

 

Apparato

A 1. ἀλὰ lapis : ἀλ(λ)ὰ Andreiomenou || Πύριχος lapis : Πύρ(ρ)ιχος Andreioumenou || B Φιλο͂ργος lapis : Φιλοῦργος Andreiomenou.

  Metro Distico elegiaco.
Traduzione

A: Sono il bel monumento funerario di Mnasitheos, lungo la strada: mi eresse Pyrrichos, in cambio dell’antica amicizia.

B: Philourgos (mi) fece.

Scrittura

Alfabeto: rosso, alfabeto arcaico della Beozia, esclusa la grafia di delta (per cui vedi più avanti). Il lapicida trascrive l’epigramma in alfabeto arcaico della Beozia ma lavora in un’officina attica. Per l’attribuzione all’officina di Endoios vedi commento.

Le lettere sono distribuite su cinque linee di testo e hanno forma regolare. L’incisione è curata e poco profonda. L’altezza media delle lettere è di 1,8 cm circa, mentre lo spazio medio fra le lettere è di 1,6 cm. La cronologia della stele è suggerita soprattutto dalla forma delle lettere.

Lettere:  alfa con traversa obliqua innestata dall’apice in basso dell’asta di sinistra; gamma con forma di triangolo aperto[1]; delta con forma di triangolo isoscele; epsilon (con valore di /e/ lungo chiuso); iscritto sia con aste orizzontali parallele al piano che con aste oblique e verticale discendente; theta a croce; lambda cosiddetto calcidese; nel testo dell’epigramma la lettera my è trascritta sempre con il segno sade, tranne che per la M di Μνασιθείο̄ (cfr. fig. 3 e 11); ny con aste oblique; rho con peduncolo; sigma a tre tratti; ypsilon privo del tratto verticale; chi a tridente, resa della dorsale sorda aspirata con il grafema di psi rosso.

Andamento: stoichedon senza regolarità assoluta; ortogrado con senso verticale.

Particolarità paleografiche: i segni di punteggiatura sono resi nel testo attraverso due piccoli cerchietti disposti verticalmente; la loro altezza sorpassa leggermente l’altezza delle lettere limitrofe. Nella predella invece, i segni che separano la firma dell’artista dal verbo sono tre.


[1] La particolare grafia di gamma nell’area si spiega con l’adozione congiunta del cosiddetto lambda calcidese.

Lingua

Dialetto: ionico (cf. ἀρχαίες, φιλεμοσύνης; psilosi in ὀδο͂ι).

Eventuali caratteristiche: rispetto al gruppo dialettale segnalato fa eccezione il nome proprio Μνασιθείο e l’adattamento del nome dell’artista nella firma (Φιλο͂ργος).

Supporto
  1. Tipologia del supporto: stele funeraria.
  2. Materiale: marmo bianco-beige dall’Imetto.
  3. Dimensioni: h. 1.65 m.; l. 0.375 m.; sp. 0.0985 m.
  4. Stato di conservazione: ben conservato.
  5. Elementi descrittivi: la stele (figg. 1-6) ha forma oblunga, priva di bordature, è coronata da una palmetta e da un rilievo sulla base. La forma è leggermente piramidale. Il rilievo rappresenta un giovane nudo, di profilo e volto a sinistra; con il braccio sinistro tiene un gallo, mentre quello destro, alzato, porta un fiore al naso (fig. 4). Il giovane poggia il piede su un piano sporgente, sotto il quale corre la firma dello scultore, nella predella (fig. 8, testo B; fig. 10). I raggi ultravioletti hanno permesso di osservare ancora tracce della pittura originale: nella parte alta erano dipinte sia le palmette che le volute, come la cornice di meandri sul piano sporgente che fa da livello; l’iride degli occhi del giovane e la coda del gallo. Il testo dell’epigramma (fig. 7, testo A; fig. 9) è stato inciso nella parte inferiore sinistra della pietra su cinque linee di scrittura disposte verticalmente in modo parallelo alla gamba e ruotate di 90° rispetto alla lettura frontale. Lo specchio epigrafico è limitato in alto dagli artigli del gallo (fig. 3) e a destra dalla gamba dell’efebo. In basso fa da confine il piede (fig. 6) del giovane uomo e infine a sinistra il bordo della pietra.
  6. Luogo di ritrovamento: Akraiphia – Beozia. La stele è stata ritrovata nel 1992 durante lavori agricoli nella necropoli di Akraiphia.
  7. Luogo di conservazione: Museo Archeologico di Tebe (Inv. no. 28200).
Cronologia

520-510 a.C. La datazione è suggerita dall’accordo dei dati provenienti dalla forma delle lettere e dall’attribuzione della stele all’officina di Endoios, attiva all’epoca dei Pisistratidi e legata al circolo aristocratico dirigente.

Commento  
Immagini Mnasitheos – immagini