Titolo Epigramma funerario per Pollis figlio di Asophicos, CEG 178a.
Trismegistos 892169
Autore e data Alessia Gonfloni, 28-12-2021.
Editio princeps Hecht 1990 no. 13 (SEG 40.404).
Altre edizioni Ebert 1996.
Bibliografia

JMus 19, 1991, p. 136 no. 6 (SEG 41.413); Follet 1992 p. 441, no. 21.; Corcella A. 1995, pp. 47-8 (SEG 45.421); Schäfer 1996 pp. 25-74; p. 51, fig. 14; Bodel e Tracy 1997, pp. 54-60; Onians 1999, p. 38 e fig. 29; Grossmann 2001, pp. 98-100, no. 36; Colvin 2007, n. 43; Knoepfler D. 2010, p. 764, no. 335.

Testo

[αἰ]αῖ̣ ἐγό, Πόλλις Ἀσοπίχο φίλος h|υ̣ιός

ὀ κακὸς ἐὸν ἀπέθνασκον| hυπὸ στί̣κταισιν ἐγὸν ἐ̑

 

Apparato

  1. λέγο, ed. pr. e altri; [αἰ]αῖ̣ ἐγό Ebert
  2. ἐγόνε, ed. pr. e altri; ἐγὸν ἐ̑ Ebert. στ[ί]κταισιν, ed. pr. e altri; στί̣κταισιν Ebert
 

Metro

Due esametri dattilici.

Traduzione

Me misero, Pollis, caro figlio di Asopichos, pur non essendo malvagio, proprio io morivo sotto le mani dei marchiatori [di fuoco].

Altre traduzioni

Ebert 1996, p. 66: «O weh ich! Pollis, des Asopichos lieber Sohn (ich starb, obwohl kein schlechter Mann, unter den Händen von Brandmarkern) war ich».

Scrittura

Il testo è disposto su tre linee di scrittura.

Alfabeto: azzurro. In tutte le varie pubblicazioni dell’iscrizione, le lettere sono definite un misto di grafia attica e corinzia. Sembra trattarsi piuttosto di una grafia prevalentemente megarese con innesti corinzi[1]. Fra le lettere non corinzie Ebert (p. 19 nota 1) segnala la grafia di sigma. Mentre la resa di epsilon/eta con B è corinzia, come pure gamma lunato (= C).

Lettere: gamma corinzio. La grafia lunata è comune a Megara e a Corinto come quella uncinata; epsilon corinzio e megarese con valore di epsilon e eta; eta indica aspirazione, attestata sia a Megara che a Corinto; theta cruciforme; omicron con valori di omicron e omega; pi con secondo tratto breve; sigma a 4 tratti; ypsilon privo del tratto verticale, attestato in area corinzia e megarese; chi a croce.

Altri segni grafici: all’inizio della seconda linea, dopo la quarta lettera, vengono inseriti nello spazio della quinta lettera due punti verticali che segnalano la fine del primo esametro, attestati sia in Attica, sia a Megara che a Corinto.

Di seguito la tabella di Jeffery, p. 132.

 

 

 

[1] Jeffery 1990, pp. 132-133; M. Guarducci (in appendice) sub voce Megara 2.

Lingua

Dialetto: la lingua è poetica; presenta alcune forme doriche come ἀπέθνασκον oppure il genitivo Ἀσοπίχο = Ἀσοπίχω che potrebbe altresì essere inteso come -χο = – χου; eventuali caratteristiche: dativo plurale in στ[ί]κταισιν (hapax), la forma –αισιν è è rara nell’epica, attestata in lirica corale e tragedia. È forma attestata in lesbio e attico antico,, forse dovuta a ragioni metriche.

Supporto
  1. Tipologia del supporto: stele funeraria.
  2. Materiale: Marmo di Paro[1]. Il colore del marmo è attualmente alterato, con una tonalità brunastra.
  3. Dimensioni[2]: h. 1.53 m., l. 0.451 m., sp. 0.159 m.
  4. Stato di conservazione: L’epigramma e la parte alta della stele sono danneggiati: due fratture consistenti gravano sulla parte iniziale delle tre linee di scrittura. La sezione della parte inferiore fino al ginocchio dell’oplita è in stato di pessima conservazione. Ci sono profondi solchi lungo la superfice della pietra nella sezione del rilievo; il volto dell’oplita è quasi interamente danneggiato. Si registrano molteplici scheggiature all’altezza del lato sinistro e della spalla destra dell’oplita.
  5. Elementi descrittivi: La stele presenta un guerriero nudo e armato. Il rilievo occupa la parte inferiore della stele. La parte superiore della stele non è lavorata e presenta l’epigramma nella sezione inferiore. Sottoposta alle radiazioni UV la stele presenta tracce di diverse aree dipinte: nella sezione in basso a destra, probabilmente decorata con disegni floreali o rosette. Il disegno in questa zona, lungo la lancia, sembrerebbe rappresentare un cane. Il rilievo di Pollis è inciso con la tecnica del basso rilievo all’interno di una sezione leggermente incassata, con i lati inclinati. Mostra il profilo di destra, piegando leggermente in avanti: questo suggerisce un senso di imminente movimento. L’oplita è sospeso in attesa di compiere l’azione. Benché nudo, porta con sé la panoplia dell’oplita: spada inguainata, scudo (mano sinistra), lancia (mano destra), ed elmo con paragnatidi abbassate. La sagoma del volto, anche se danneggiata irrimediabilmente, suggerisce una merlatura lungo i bordi dell’elmo (caratteristica piuttosto comune presso gli elmi traci[3] utilizzati all’inizio del V secolo durante il periodo delle guerre Persiane). La spada era probabilmente sorretta da una bandoliera, originariamente dipinta. L’inclinazione dello scudo permette di osservare la superficie interna dell’oggetto (cfr. fig. 4). Nonostante lo scarso spessore del rilievo, i dettagli sono intagliati con straordinaria chiarezza e precisione. La stele rappresenta molto bene la fase di passaggio fra l’età arcaica e quella classica.
  6. Luogo di ritrovamento: non noto. La stele è stata acquisita dal Getty Museum sul mercato antiquario a New York.
  7. Luogo di conservazione: Jean Paul Getty Museum di Los Angeles presso la sede Getty Villa[4] di Malibù. Galleria 209, sezione “Men in Antiquity”. Inventario n. 90.AA.129.

[1] Analisi degli isotopi realizzati da Norman Herz presso l’Università della Georgia nel febbraio 2000 di cui si dà menzione in J. B. Grossman 2001, no. 36.

[2] Di seguito si riportano le dimensioni registrate nella scheda no. 36 da Grossman 2001 stabilite dopo gli studi di Herz (vedi nota 1). Nella prima scheda fornita dal Getty Museum (cfr. «JMus» 19 1991, p. 20) si legge: H. 149.8 cm; W: 44.5 cm.

[3] Cfr. Dintsis 1986; Antike Helme 1988.

[4] La stele è stata esposta al pubblico al Getty Center durante la mostra Ancient Art from the Permanent Collection (dal 16 marzo 1999 al 23 maggio 2004).

Cronologia

480 a.C. La datazione è suggerita dall’accordo fra le tecniche di scrittura e l’analisi formale del rilievo che si inserisce nella fase di passaggio fra la rigidità dello stile arcaico e l’attenzione alla resa anatomica dello stile severo.

470 a.C., Trismegistos

480-470 a.C., Colvin 2007.

Commento  
Immagini Pollis – immagini